La pianta del lino egiziano cresce fino a 1,2 m di altezza, le sue foglie sono lunghe e sottili, di colore verde, mentre i fiori sono di un blu chiaro; il seme è contenuto all’interno del frutto che ha una dimensione rotonda di circa 5-9 mm. La semina del lino viene fatta in Europa intorno alla metà di marzo, mentre in Egitto nel mese di gennaio. I semi vengono sparsi molto fitti così da incoraggiare la naturale crescita della pianta verso l’alto, per ottenere fibre il più lunghe possibile.
DALLA SEMINA ALLA FILATURA
Caratteristiche e proprietà del lino
La pianta del lino è coltivata sia per i semi che per la fibra. Il termine “flax”, comunemente utilizzato nel nostro settore, è utilizzato sia per identificare la pianta, sia per identificare le fibre di lino, non filate. La fibra del lino è composta da un nucleo centrale, una corteccia interna ed una corteccia esterna; per la produzione dei filati, la corteccia interna deve essere separata dal nucleo e dalla corteccia esterna. Questi diversi strati, però, sono tenuti insieme tra loro da una “colla”, formata da lignine e pectine e per dissolvere questo legame è necessario macerare gli steli.Fasi di lavorazione del lino: dalla semina alla filatura
Una delle prime fasi di lavorazione è la macerazione (retting) che in genere consiste in un’esposizione prolungata del gambo all’umidità.
Le principali fibre utilizzate si contraddistinguono per la provenienza, che può essere egiziana o europea.
Nella fibra Egiziana la pianta del lino viene letteralmente estirpata (e non tagliata), per ottenere il massimo della lunghezza delle fibre e viene fatta macerare immersa in acqua.
L’acqua è la pratica più diffusa per la macerazione e produce fibre di altissima qualità. È preferibile farlo in acque stagnanti o che si muovono lentamente, come stagni, paludi e corsi d’acqua. Di norma, più stagnante è la fonte d’acqua, più abbondante è la fauna batterica e più veloce è il processo di macerazione che, generalmente, dura da qualche giorno a un paio di settimane, a seconda della temperatura dell’acqua.
La fibra europea, invece, viene fatta macerare a terra, solo grazie alla rugiada che si deposita sugli steli durante la notte.
Questo metodo è preferito nelle zone in cui le fonti d’acqua sono limitate, ma che godono di temperature calde durante il giorno e abbondanti rugiade notturne.
Gli steli di lino si distribuiscono uniformemente su un campo, dove la combinazione di aria, sole e rugiada provoca fermentazione che scioglie gran parte del gambo, entro 2-3 settimane.
Questo differente trattamento conferisce alla fibra egiziana un aspetto più chiaro, mentre la fibra europea risulta di un colore più scuro.
Dopo il processo di macerazione gli steli vengono fatti asciugare all’aria o meccanicamente e sono, di solito, conservati per un periodo che va da poche settimane a mesi, al fine di consentire la polimerizzazione.
Dopo la polimerizzazione, gli steli legnosi che ancora si attaccano alle fibre di lino, vengono ulteriormente spezzati nel processo di stigliatura (scutching), facendoli passare attraverso rulli che schiacciano la parte legnosa in pezzi più piccoli (shives), così da essere rimossi più facilmente.
Da questo processo si ottiene una fibra grossolana composta da fibra lunga, fibra legnosa chiamata “shive” e da una fibra corta di lino chiamato “stoppa di stigliatura” (rescutched tow o Arusse).
Anche la stoppa di stigliatura viene utilizzata per la produzione di cordami e spaghi, ma essendo più grossolana, è impiegata in prodotti dove non è richiesta una grande omogeneità, come cordami e spaghi di grosso calibro.
Le fibre lunghe si avviano verso un processo chiamato pettinatura (heckled) che, mediante dei pettini, permette di separare la fibra corta (stoppa di pettine o machine tow) da quella lunga (long fiber).
Sia le fibre lunghe che le fibre corte vengono raddrizzate in numerosi passaggi divenendo uniformi ed omogenee, prima di essere filate.
Da sempre noi di Lottini srl seguiamo tutte le fasi delle lavorazione del lino, fin dalla semina.
In questo mese dell’anno il nuovo raccolto di fibra Egiziana, è ormai pronto per il taglio, più precisamente per il “pulling”. La pianta non viene tagliata, ma estirpata, per ottenere il massimo di lunghezza della fibra, da questo deriva il termine “pulling” dall’inglese “pull” (tirare).
Questo accade circa 100 giorni dopo la semina e trenta giorni dopo la fioritura.
Entro i quaranta giorni successivi al pulling, sarà pronto per essere lavorato.